La giovane Neda, il sindaco di Marrakech
e una senzatetto arrivata ad Harvard
TRE STORIE DI DONNE
COL CORAGGIO DI CAMBIARE
In mezzo al gossip più o meno politico ed ai primi bikini estivi, tre piccole grandi storie al femminile si fanno strada in mezzo alle notizie riportate dai media internazionali in questi giorni. Sono tre storie diverse, ma parlano tutte di coraggio e di voglia di esprimersi. La prima, tragica, vicenda è quella di Neda Agha Soltan, la ragazza di sedici anni uccisa a Teheran con un colpo di pistola al cuore durante una manifestazione di protesta contro il Presidente Ahmadinejad. La morte della ragazza ed il disperato tentativo di rianimazione sono stati filmati in diretta con un cellulare e caricati su Youtube. Il regime iraniano ha tentato di censurare le immagini ma non ci è riuscito. Neda è divenuta, suo malgrado, il simbolo della protesta che per la prima volta in trenta anni sta facendo tremare il regime iraniano.
La seconda piccola grande storia ha per protagonista Fatima Al-Mansouri, avvocato marocchino di 33 anni che da qualche giorno è divenuta il nuovo sindaco di Marrakech, una delle maggiori città del paese. È la prima volta che in Marocco viene eletto un sindaco donna e tale avvenimento va inserito nel quadro di un complessivo incremento della partecipazione femminile alla vita politica e sociale del paese. Le donne marocchine hanno certamente davanti a sé un percorso ancora lungo da compiere, in un regime che nonostante si caratterizzi per una notevole apertura non può essere definito una democrazia compiuta. Tuttavia, poche settimane fa un’altra donna è stata nominata Prefetto di Casablanca ed Re Muhammad sta operando a favore di una maggiore integrazione sociale delle donne.
L’ultima storia è quella di Khadijah Williams, diciottenne afroamericana di Los Angeles recentemente ammessa all’università di Harvard dopo aver superato a pieni voti gli esami di ammissione alla prestigiosa istituzione e ad altri 19 importanti atenei statunitensi. La particolarità di Khadijah è di essere una senzatetto. Dalla nascita vive per strada con la madre in mezzo agli scatoloni ed ha cambiato 12 scuole in 12 anni. Ciò non le ha però impedito di seguire con tenacia la propria passione per la lettura e per lo studio, affrontando le enormi difficoltà materiali e di integrazione con i compagni di scuola.
Queste tre giovani donne sono divenute dei piccoli simboli (che varrebbe la pena non dimenticare immediatamente) grazie agli esiti delle loro vicende personali. L’importanza delle loro storie non è però determinata da tali esiti, bensì dal percorso che esse hanno compiuto prima di arrivarvi, e nel caso di Neda certamente senza volervi arrivare. Tali percorsi ci parlano di coraggio, di voglia di esprimersi e di vivere in pieno la propria vita. Ci parlano di un universo femminile drammatico e vivo che si muove nel mondo, ed anche dell’importanza di raccontarlo, ogni tanto, almeno per prendersi una pausa dal gossip.
secondo voi in italia a che punto ci troviamo con l'integrazione femminile???