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 morte di stato

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MessaggioTitolo: morte di stato   morte di stato I_icon_minitimeDom Mag 31, 2009 12:36 pm

11 Febbraio 2009

VOGLIONO SPEGNERE
LE VITE ``NON BUONE``
Apprezziamo la franchezza di Maurizio Mori, che sulle pagine dell’Unità afferma che “dopo il caso Englaro la vita non è più sempre buona in sé”. In pratica - sostiene il professore bioeticista - con Eluana si è finalmente ammesso che alcune persone non hanno dignità solo per il fatto di esistere in quanto esseri umani. Oggi, dopo la morte di Eluana suggellata dalla magistratura, si è aperta nell’ordinamento una breccia che scalfisce il principio della sacralità della vita. “Eluana ci ha mostrato che buona non è la vita in sé, ma la vita buona, ossia la vita con contenuti buoni” prosegue l’editoriale. E allora domandiamoci: sulla base di quali criteri si giudica una vita buona rispetto ad un’altra?
Secondo questa tesi, in base ad un giudizio formulato dal soggetto stesso. Quindi, l’ordinamento dovrebbe avallare tutte le richieste di morte avanzate da chi considerasse la propria vita non più buona. Perché lo Stato dovrebbe impiegare risorse ed energie per accontentare i soggetti in stato vegetativo che abbiano avanzato questo tipo di richieste e non altri tipi di malati o disabili che giudicassero la propria vita non buona?
In realtà, il fulcro della questione non è se la vita sia sacra o no, e neppure se la vita sia un dono oppure no. Il punto è che in uno Stato di diritto la vita dovrebbe essere considerata un bene indisponibile. Non perché sia sacra o perché sia un dono, accezioni che presuppongono una visione trascendente, ma perché ogni essere umano deve essere considerato intangibile sia dalla mano dello Stato sia dalla mano altrui; una vera democrazia non può permettersi “eccezioni”.
In caso contrario, nel tentativo di tutelare la scelta “soggettiva” di ognuno, si cadrebbe inevitabilmente in una discriminazione fondata su criteri “oggettivi”: un’inspiegabile differenza tra chi potrebbe veder tutelato il proprio diritto a finirla con una vita giudicata non buona (come ad esempio, ci sembra di capire, le persone in stato vegetativo) e chi invece, presumibilmente, non potrebbe vedere soddisfatte le proprie richieste (pensiamo ad una persona giovane e in salute ma depressa).
Se la tesi di Mori fosse coerente fino in fondo, ogni cittadino, qualsiasi sia la sua condizione, qualora non giudicasse più buona la propria vita dovrebbe poter ottenere la morte di Stato. Un’ipotesi a dir poco agghiacciante.
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MessaggioTitolo: Re: morte di stato   morte di stato I_icon_minitimeDom Mag 31, 2009 12:44 pm

...buona non è la vita in sè, ma la vita buona, ossia la vita con contenuti buoni..............
io vi porterei a riflettere su questa affermazione........relativismo?selezione del più forte anche per le vite umane?
voi che ne pensate?lo stato può disporre delle nostre vite?
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