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 l'ultimo viaggio

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MessaggioTitolo: l'ultimo viaggio   l'ultimo viaggio I_icon_minitimeMar Feb 03, 2009 2:18 pm

è GIUNTA L'ORA....come ci ha detto bene il nostro caro padre Lorenzo omenica sera, perchè sta succedendo questoad eluana?Voi vedete una figura materana in tutta la faccenda?certo che no senno nn sarebbe mai accaduta una coa cdel genere, perchè solo chi l'ha portata in grembo per 9 mes e la fatta nascere sa il valore della vita in pieno...una mamma nn avrebbe ai ragionato cosi...

La lunga guerra fra la magistratura e la politica segna ancora una
volta un punto a favore del partito dei giudici.
Stanotte, proprio in
queste ore, stanno prelevando Eluana Englaro dalla clinica di Lecco per
portarla a Udine, dove sarà fatta morire di fame e di sete.
Si, perché
per chi non l’avesse ancora capito, quella di Eluana Englaro è l’
ennesima autoaffermazione della magistratura, che anziché preoccuparsi
di farle rispettare, le leggi, le vuole fare. Il partito dei giudici,
giustamente, viene detto, e all’inaugurazione dell’anno giudiziario,
sabato scorso, l’abbiamo sentito. Toni perentori e tanta arroganza. Le
nostre sentenze non si toccano, non si giudicano, non si criticano, si
eseguono e basta: questo il loro messaggio (andatevi a leggere quello
che ha detto Grechi, Presidente della Corte di Appello di Milano, anzi,
Prof. all’Università Cattolica, vergogna, vergogna, vergogna!).
Sufficiente a tranquillizzare la Clinica “La Quiete”, che, nello stesso
pomeriggio ha dato prontamente l’OK, e forte della benedizione dei
giudici, solo 48 ore dopo ha fatto partire l’ambulanza per prelevare
Eluana.
Parlano di una sentenza da rispettare, per il caso Englaro,
quando invece è un decreto quello che permette a suo padre di farla
morire di fame e di sete. Non è differenza da poco: quel decreto –
della corte di appello di Milano – non è definitivo, perché per sua
natura può sempre essere modificabile. E poi non obbliga nessuno ad
eseguirlo. Autorizza, ma non obbliga.
Il problema è che quando qualcuno
ci ha provato, a chiedere di modificarlo, i giudici hanno detto che no,
chi l’aveva chiesto non poteva farlo, non aveva titolo, non era
legittimato. E non sono entrati nel merito, cioè non hanno risposto
alle contestazioni.
Lo ha chiesto la procura di Milano, a luglio, di
rivedere il decreto, ma i giudici hanno risposto che il fatto di Eluana
è cosa fra privati, non di interesse pubblico e quindi la procura non
poteva chiedere niente.
Poi lo hanno chiesto trentaquattro (diconsi
trentaquattro) associazioni di familiari di malati in stato vegetativo
alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo, ma anche questa ha risposto
che le associazioni non erano legittimate a farlo. In fondo, Eluana non
era mica iscritta a nessuna delle associazioni. Che c’entrava con loro?
No iscrizione? No ricorso.
Come se le associazioni di reduci di campi
di sterminio non potessero rappresentare i morti perché questi non
erano iscritti al momento del decesso.
E allora chi potrebbe contestare
il decreto, chi potrebbe impugnarlo, secondo la legge? Il tutore (suo
padre) e il curatore speciale, l’avvocato Franca Alessio, che è stato
nominato per fare da contraddittorio al tutore, e che invece è d’
accordo con lui. Il risultato è stato un processo incompleto, monco, in
cui le due parti che si dovevano contrapporre (un po’ come accusa e
difesa, nei processi) hanno sostenuto la stessa tesi, e nessuno quella
opposta.
Poi sono state raccolte nuove testimonianze, che
contraddicono quelle accettate dalla Corte di Appello, ed è stato
presentato un esposto alla Procura di Milano.
Ma evidentemente a Milano
i giudici scarseggiano, oppure l’esposto si è perso, oppure tutte e due
le cose insieme.
E quindi in nome della legge Eluana Englaro sarà fatta
morire di fame e di sete, in nome di una volontà mai scritta, solo
dedotta, e solo da alcuni.
Eppure, a sentire i racconti di suo padre,
sembra che stessero sempre a parlare di stati vegetativi e di coma: e
come mai non ha lasciato neanche non dico una lettera ma un appunto, un
bigliettino, un disegno, uno scarabocchio, niente di niente?
Mentre
scrivo, è ripartita l’ambulanza da Lecco. C’erano persone a protestare.
Qualcuno ha urlato “Eluana, svegliati!”, qualcun altro si è sdraiato
sul cofano dell’autoambulanza per non farla ripartire. Ma l’ambulanza è
partita, e si è portata via Eluana per sempre.
Sono andati a prendere
Eluana nel pieno della notte, come ladri, per rubare una vita (l’ha
detto anche l’assessore regionale Boscagli). Perché non sono andati di
giorno? Qual è il problema? Si vergognano? Sarebbe ora. (da
stranocristiano.it)
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MessaggioTitolo: Re: l'ultimo viaggio   l'ultimo viaggio I_icon_minitimeVen Feb 06, 2009 12:12 am

3 Febbraio 2009

Il Comitato Verità e Vita scrive alle Case di cura italiane: se Eluana muore, presenteremo denuncia alla Procura della Repubblica.

Comunicato Stampa N. 69

Questa mattina, 3 febbraio, il Comitato Verità e Vita ha inviato alle case di cura potenzialmente interessate – fra cui “La Quiete” di Udine - una lettera di diffida che ipotizza – nel caso si verifichi la morte di Eluana Englaro – una fattispecie di omicidio volontario. Nel documento – che è allegato al presente comunicato, e che consta di sei pagine in cui vengono esposte le ragioni giuridiche a sostegno di questa tesi - il Comitato avverte che “intende porre in essere ogni azione necessaria ed opportuna per impedire che il signor Beppino Englaro metta in atto la condotta cui è stato autorizzato dalla Corte d’Appello di Milano.”

“Verità e Vita – si legge nella lettera - presenterà denuncia alla Procura della Repubblica del luogo dove la morte di Eluana Englaro fosse stata procurata, ipotizzando il reato di omicidio volontario premeditato – punito dal codice penale con la pena dell’ergastolo – nei confronti di tutti coloro che – con azioni o con omissioni – avessero contribuito a cagionare l’evento.”

Secondo Verità e Vita la responsabilità dei Dirigenti della struttura sanitaria potrebbe avere duplice natura: da un lato, la disponibilità della struttura all’accoglienza della signorina Englaro per procedere alla sua uccisione, renderebbe inevitabile ipotizzare una responsabilità penale diretta nell’omicidio perpetrato; inoltre, vi potrebbe essere una grave responsabilità per avere indotto il personale dipendente ad azioni che rischierebbero di essere severamente punite in base alle norme penali. Proprio per questo motivo, Verità e Vita chiede alla Casa di Cura che si troverà ad accogliere Eluana di informare immediatamente il proprio personale “affinché siano chiare le responsabilità cui ciascun medico o infermiere andrebbe incontro nel caso si prestasse all’azione voluta dal sig. Beppino Englaro”. Ogni dipendente della clinica dovrebbe infatti sapere “che un procedimento penale nei suoi confronti per il reato di omicidio volontario sarà indubitabilmente aperto, quanto meno a seguito dell’esposto presentato da questo Comitato”.

E la decisione dei giudici che ha autorizzato la sospensione delle cure? Secondo Verità e Vita gli atti del procedimento civile conclusosi avanti alla Corte d’Appello di Milano non potranno essere un solido paravento rispetto alle valutazioni del Giudice penale, sulla base di numerosi riferimenti alla legge italiana, riportati in dettaglio nella lettera di diffida.

Verità e Vita fonda le proprie argomentazioni su alcuni fatti ampiamente documentati nella lettera: Eluana è viva; Eluana non è un paziente terminale; le sue condizioni di salute sono stabili e quindi non si può parlare di accanimento terapeutico, perché alimentazione e idratazione non possono essere considerate “cure inutili”; togliere il sondino a Eluana è paragonabile a togliere cibo e acqua a una qualsiasi persona; la morte che ne deriverebbe avrebbe la durata di un processo lungo e, secondo alcuni, doloroso.

Per il Comitato Verità e Vita
Il Presidente
Mario Palmaro
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MessaggioTitolo: Re: l'ultimo viaggio   l'ultimo viaggio I_icon_minitimeVen Feb 06, 2009 12:15 am

l'ultimo viaggio Eluana02

PRIMO PIANO: un argomento per discutere e confrontarsi nel FORUM parrocchiale
Il "Caso Englaro"
Alle ore 21 di giovedì 13 novembre 2008, sul sito dell’Agenzia SIR è stata pubblicata la seguente notizia:
Pubblichiamo il testo integrale del comunicato diffuso questa sera dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei) sul responso definitivo delle sezioni unite civili della Corte di Cassazione, che hanno dichiarato inammissibile per “difetto di legittimazione” il ricorso della Procura di Milano sulla vicenda di Eluana Englaro, autorizzando così la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione della giovane donna in stato vegetativo persistente da quasi 17 anni.


COMUNICATO DELLA PRESIDENZA CEI
La vita di Eluana Englaro, al cui dramma si è appassionata la coscienza del nostro Paese, è ormai incamminata verso la morte.
Mentre partecipiamo con delicato rispetto e profonda compassione alla sua dolorosa vicenda, non possiamo fare a meno di richiamare alla loro responsabilità morale quanti si stanno adoperando per porre termine alla sua esistenza.
La convinzione che l’alimentazione e l’idratazione non costituiscano una forma di accanimento terapeutico è stata più volte, anche di recente, resa manifesta dalla Chiesa e non può che essere riaffermata anche in questo tragico momento.
In tale contesto si fa più urgente riflettere sulla convenienza di una legge sulla fine della vita, dai contenuti inequivocabili nella salvaguardia della vita stessa, da elaborare con il più ampio consenso possibile da parte di tutti gli uomini di buona volontà.
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